giovedì 8 maggio 2008

PPP non stà per Paperino Pasticcere Pasticcione.

sono passati quarant'anni dal 1968...l'anno in cui nel bene o nel male il mondo è diventato tutto ad un tratto contemporaneo...in cui per la prima volta intere fascie di popolazione hanno avuto la percezione di esistere e di contare qualcosa...l'anno in cui ci si è accorti che si poteva e si doveva parlare....a costo di sparale grosse...o di fare enormi figure di merda nei decenni successivi dico io...ora, che ovunque ci giriamo siamo letteralmente circondati dai sessantenni, i giovani di allora, che rinnegano ciò che hanno detto e/o hanno fatto è cosa evidente...io naturalmente non ero ancora nato...ma da quello che ho letto, visto e ascoltato una piccola idea me la sono fatta...questa gente non solo appare ridicola a guardarla ora con lo sguardo disincantato di chi, come me, non vede futuri rosei davanti a se....ma appariva ridicola allora a chi era avanti anni luce per caratura intellettuale e per lucidità...Pasolini li odiava già allora i Bondi, i Liguori, i Capanna, i Veltroni, i Mughini quelli dei cortei...gli studenti che facevano guerriglia a valle giulia...coi visi coperti come succede adesso per gli ultrà...non dalle sciarpe della propria squadra, ma dalle kefie...li odiava perchè aveva capito chi cazzo erano quelli li...erano i fannulloni di domani...i riempirighe futuri dei giornali asserviti, coloro che avrebbero con la loro tentacolare futura influenza di casta tipica di quelli che possono dire "Io C'ero", cancellato dalla faccia di questo paese gli intellettuali...nei pochi anni che gli sarebbero rimasti da vivere da li a poco, le invettive contro i movimenti di pasolini diventano sempre più numerose e soprattutto più focose, quasi violente nel denudarne la natura più intima...identificandola con quello che i rotocalchi degli odierni pomeriggi televisivi definirebbero "fenomeno di costume"...scrive sulle pagine del corriere della sera:
<<[...] i figli che ci circondano, specialmente i più giovani, gli adolescenti, sono quasi tutti dei mostri, il loro aspetto fisico è quasi terrorizzante, e quando non terrorizzante, è fastidiosamente infelice. Orribili pelami, capigliature caricaturali, carnagioni pallide, occhi spenti. Sono maschere di qualche iniziazione barbarica, squallidamente barbarica. Oppure sono maschere di una integrazione diligente e incosciente che non fa pietà.[...]>>.
Più o meno quello che pensiamo noi degli stessi personaggi traslati di quarant'anni nel tempo, ma con l'aggravante di vederne il lerciume interiore che in questo passo PPP non cita: oltre al ribrezzo esteriore suscitatoci dai suddetti, è quello che dicono, le idee che esprimono dai talk show a creare in noi quello stesso ribrezzo che a Pasolini veniva al sol guardarli...maledetti figli di puttana...pensate...fino a quarant'anni fa l'italia raccoglieva alcune delle menti più brillanti al mondo...non solo pasolini, calvino, moravia, ungaretti andava in televisione...mamma mia...ora in televisione a parlare di libri e di giovani ci va moccia cazzo...no, guardate io non ce la faccio più a scrivere...ieri ho promesso su queste stesse righe di non incazzarmi per nessuna ragione e intendo mantenerla questa promessa...ciapa che mi faccio uno spinello...per dimenticare...ma prima di dormire rispolvererò la mia cenciosa copia de le ceneri di gramsci, così, tanto per rendere omaggio ad un vecchio amico.


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